Numerose sono le testimonianze orali e scritte tramandate da generazione in generazione che descrivono figure mitiche e magiche del nostro territorio. I nostri avi amavano passare il tempo raccontando storie originali che ripercorrono la storia dell’uomo e delle nostre origini.
Anche nella nostra Regione Friuli Venezia Giulia possiamo trovare molti esempi di queste tradizioni. Ambientate in freddi laghi di montagna o boschi fatati, storie di folletti, mostriciattoli, fate e streghe animano diversi racconti che ci fanno toccare con mano un Friuli d’altri tempi.
Conosciamo gli “Sbilfs”
Dal friulano il termine Sbilfs lo traduciamo in gnomi o folletti, esseri che popolano soprattutto l’area montana alpina: raccontati e rappresentati in maniera pittoresca come ometti dall’aria buffa e dallo spirito burlone, si possono incontrare facilmente nei sottoboschi della nostra amata Carnia. Ecco alcune figure simpatiche (e un pò meno simpatiche…).
Gan o Gjan, il folletto della Carnia, lo puoi trovare nei boschi intento ad aiutare i boscaioli. Oppure il Mazzarot, il folletto dispettoso ed abile a nascondersi, è comune in tutta la Carnia. Altra figura molto particolare è il Cascunicj. Dalle fattezze mezze di uomo, mezzo di asino e che, come dice l’autore* “esercita un forte fascino sulle donne, soprattutto le più giovani ed inesperte”! Belandant, personaggio noto in tutto il Friuli: si racconta che siano esseri cattivi che appaiono solo nelle notti dell’Avvento, di Natale ed Epifania alla ricerca di animali domestici di cui sfamarsi.
Nella tradizione popolare si parla anche di altre figure fantastiche; ad esempio Basilisco, animale per metà gallo e per metà serpente o ancora l’Orcolat, grande e grosso che si incontra all’ingresso di molti paesi friulani e al quale, per questa sua imponenza, gli è stata attribuita la responsabilità del terremoto del 1976 che devastò l’Alto Friuli.
Ed il mondo femminile?
È soprattutto nel Medioevo che si sviluppò il mito delle fate in Europa. Bellissime o brutte, buone o cattive, presenza astrale, dimensione poteri magici, invisibili, conoscono i segreti della natura inafferrabile. Il mondo conosce numerose varianti, andiamo a scoprire le donne misteriose del nostro territorio.
Una figura molto particolare è quella delle Aganis, termine che deriva dal latino e che si riferisce a “ninfe” acquatiche; questo mito si lega molto probabilmente alla cultura romana così come quella germanica. Esse abitavano vicino all’acqua ma erano diffuse in moltissimi paesi friulani dove vivono tuttora alcune leggende su di esse. Le Agane erano donne dai poteri magici, perfino potevano ipnotizzare le vittime, fare malefici o cattiverie. Probabilmente le Agane rappresentano la personificazione degli spiriti delle madri morte di parto. Spesso erano donne emarginate, sapienti ma con pochi contatti con i compaesani; ad esse si attribuiva anche il significato della “fertilità” e qui il legame con il passare delle stagioni ed i temi della nascita e delle morte.
Ogni località ha la sua specifica figura. Ad esempio, proprie della tradizione popolare delle Valli del Natisone sono le Krivapete: donne bellissime che si alzano dai corsi d’acqua come sirene per incantare il turista di passaggio. Esse hanno una caratteristica inconfondibile: i piedi rivolti verso l’interno, nascosti da abiti e capelli lunghi che si rivelano al pubblico sotto un’aurea misteriosa. Ciò che caratterizza le Krivapete è il legame con l’acqua, il lavarsi presso sorgenti sacre ed uscire dalle grotte, spesso sono raffigurate con la testa di una rana (da qui si parla anche di Dea Rana). Rimane ancora un mistero, ben custodito dalle genti delle Valli del Natisone quello delle Krivapete, delle vere e proprie “sciamane”, dalle capacità guaritive.
Abbiamo piacere di indicare la bibliografia per chi desidera approfondire le conoscenze su questi affascinanti figure mitiche:
- Leggende di streghe friulane, Adriano del Fabro, Demetra
- Le incredibili curiosità del Friuli, Angelo Floramo, Newton Compton Editori
- Le Krivapete delle Valli del Natisone, Aldina De Stefano, Kappa Vu
- Liende di Agane e atris contis, Renzo Balzan, Ribis
- Non ci credo alle streghe, però..!, Manuela Quaglia, Ass. Cult. Elio cav. Cortolezzis
- *Sbilfs, Gianni Pielli, Casa Editrice Palantir